Macron, il culto della morte e la distruzione della Francia
La costituzionalizzazione del "diritto" all'aborto e l'introduzione dell'eutanasia come atti di culto massonico alla morte
(Articolo di Hilaire de Crémiers) Non vi sono autorità magistrali, dignitari influenti, notabili del regime che non vadano a rendere il loro culto di latria ai piedi dei suoi altari e presentino il loro culto di dulia e iperdulia a tutti gli angeli della morte che lo servono diligentemente nelle case dell'aborto e della morte. I pochi che, nelle sfere governative, provano una reticenza alquanto imbarazzata, si rifugiano in un prudente silenzio o in un'attesa giudiziosa quanto ambigua.
Il legislatore, in quanto tale, si è dedicato interamente a questa Morte adorata. Le ha dedicato e continua a dedicarle, in questi ultimi mesi, la parte essenziale dei suoi pensieri, delle sue riflessioni, dei suoi discorsi, dei suoi voli lirici, delle sue veementi suppliche per l'abbreviazione radicale di ogni sofferenza, la sua commovente sollecitudine e compassione – cosa non abbiamo udito? – verso gli infelici, in particolare i poveri, gli orfani, i malati, i moribondi, i deficienti mentali, gli anziani abbandonati, tante persone che indugiano fin troppo a lungo su questa terra e la cui carità democratica e legislativa potrà finalmente porre fine al malessere espresso, o anche solo suggerito, o persino implicito.
La morte come regola suprema
Nessuno viene ignorato sotto lo sguardo percettivo della legge repubblicana, la cui sagacia, come hanno dimostrato i dibattiti parlamentari, si esercita con notevole acutezza nel cogliere la minima opportunità di poter offrire a questa super-dea della Morte la sua quota di vittime propiziatorie felici e consenzienti, il cui consenso è considerato implicito nel minimo segno di approvazione. Tra la costituzionalizzazione del diritto primordiale e assoluto all'aborto, che implicitamente e persino esplicitamente include la possibilità – e lo fa ormai da diversi anni – dell'interruzione medica di gravidanza (nota come IMG) fino a nove mesi nei casi del cosiddetto "disagio psicosociale", e l'ultima legge approvata a larga maggioranza dall'Assemblea Nazionale sul diritto a morire dignitosamente, intesa come diritto al suicidio assistito e legalizzazione dell'eutanasia, si assiste a una frenetica ricerca di tutti i possibili casi di uccisione, di morte, di sterminio della vita, dalla fiamma più nascente di un piccolo essere umano allo stoppino più tremolante ancora acceso nei suoi ultimi istanti. La legge, la Costituzione stessa – perché all'aborto seguirà l'eutanasia – sono spalancate a ogni possibile estinzione del minimo soffio vitale. La Repubblica ora lo garantisce. Tranne, naturalmente, nell'immediatezza del momento, per coloro che fanno la legge e la applicano, e che, naturalmente, si ricompensano con i loro emolumenti e altre indennità remunerative per tanto lavoro e fatica, i ristoranti e i bar, a spese degli elettori, pagandoli per tanta eloquenza. Non uno solo, ruttando e sbavando di piacere, pensa che anche lui avrebbe potuto essere sottoposto a questo mulino di morte programmata.
Meglio ancora, perché il legislatore pensa a tutto: proibisce, come è giusto e correlativamente, ogni tentativo di ostacolare l'opera di morte così sacralizzata e ritualizzata, come attentato blasfemo, rendendola per il fatto stesso obbligatoria, senza scampo possibile, senza evasione legale, penalizzando la minima inclinazione non solo di rifiuto o di impedimento, ma perfino di passività nel partecipare all'operazione letale che non può e non deve essere che attiva.
Qui, il legislatore francese ha superato se stesso nell'esigenza ragionata della sua implacabile preoccupazione per l'uguaglianza, così assunta nell'applicazione di una legge assolutamente universale. Un diritto è un diritto; il diritto di morire – poiché è ormai un diritto, come si è detto, e più che un diritto, un obbligo giuridico di collaborare alla sua soddisfazione e realizzazione dal momento in cui è stato semplicemente evocato – è per questo processo elevato al rango di norma superiore che si impone da sé e per natura. È necessario comprendere la legge che è molto chiara sull'argomento. È la dignità dell'uomo che si rivela giuridicamente, e già, per così dire, costituzionalmente, nell'esercizio di tale diritto alla morte.
Non più il concetto di morte come limite, come prova, o come punizione per un peccato originale, insomma come inscritto nella condizione umana attuale, subito ammesso, accettato, psicologicamente integrato, compreso ontologicamente e spiritualmente. Questo è ciò che la Chiesa aveva saputo fare e mirabilmente insegnare nella sua predicazione e nel suo cerimoniale. È del tutto ovvio che è volontariamente che viene totalmente messo in discussione ciò che costituiva la certezza più profonda dell'umanità cristianizzata, che si traduceva in molteplici capolavori di vita e di civiltà. Vita e morte erano il duplice aspetto del mistero dell'uomo che il Verbo fatto carne aveva egli stesso sperimentato, assunto e spiritualizzato in vista della Vita eterna. La morte temporanea apriva alla vera vita. Questo è ciò che la nuova legge vuole definitivamente accantonare, negare, abolire.
La "Morte Mortale", come dicevano gli antichi teologi, o questa "seconda morte" di cui si parla nell'Apocalisse, diventa in questo spirito la finalità dell'uomo e del mondo. E, quindi, l'unico Assoluto. La dignità dell'uomo esisterebbe solo in questo contesto; si eserciterebbe nel rivendicato diritto di morire come si ritiene opportuno. Pertanto, la nozione di dignità, che deve e può essere attribuita solo alla vita umana naturale e soprannaturale, anche al momento della morte, è giuridicamente fissata sulla morte in quanto tale, in ciò che essa è per questa concezione materialista; cioè: una privazione della vita, una decomposizione in vista di una scomparsa definitiva.
Insulto alla vita
L'inversione di concezione è un insulto prodigioso alla Vita, all'Autore della Vita, a Colui che si definisce Vita e Verità della Vita. Un insulto voluto e pianificato come le bestemmie che hanno costellato lo spettacolo inaugurale dei Giochi Olimpici. Tutto questo concepito dalle stesse persone che considerano i francesi degli imbecilli a cui è possibile far credere le peggiori follie, purché siano contrarie a ogni fede cattolica e francese.
L'unico problema è questo. La Francia è governata, guidata da piccoli gruppi di fanatici che pensano solo a distruggere – decostruire, come dicono nella loro falsa scienza – la storia della Francia, la religione cattolica, il patrimonio nazionale e cristiano. Parte della nostra sventura deriva dal fatto che gli uomini di Chiesa hanno dato troppo potere, e per troppo tempo, a questa razza e alle sue miserabili idee.
Sono i nostri padroni, coloro che idolatrano la Morte. Ne traggono profitto. Esercitano il loro dominio, imponendo la loro legislazione di morte ovunque e in ogni ambito. Chiunque la rifiuti, chiunque la sfidi per qualsiasi motivo, chiunque cerchi di sfuggirle o di allontanare una persona cara o una persona che ripone in loro fiducia moralmente o persino medicalmente, si ritrova stigmatizzato per un attentato alla dignità. Bisogna farlo! Sarebbe quindi la legge della Repubblica, e solo essa, a definire la dignità e, quindi, l'indegnità! Siamo in presenza di una sostituzione della religione. Non vederlo significa accecarsi. Immaginare che, in istituzioni così manipolate e orientate, sia possibile operare per il bene pubblico è un'illusione che, in una certa misura, diventa complice e colpevole. Perché le conseguenze sono estremamente gravi. Qualsiasi azione che promuova la vita sarà considerata indegna e, viceversa e reciprocamente, qualsiasi azione che promuova la morte sarà considerata eminentemente degna. Morte morta. La morte di tutto, la decomposizione di tutto ciò che costituisce la vita, sì, tutto.
Sembra che questi siano i frutti della cultura "woke" e che ci arrivi dagli Stati Uniti. Senza dubbio. Ma nel nostro Paese, questa cultura è fiorita molto tempo fa, sulla scia delle nostre rivoluzioni, compresa quella del '68, e nel quadro delle nostre istituzioni repubblicane che pretendono di educare il popolo mentalmente e moralmente in uno spirito totalitario. In sostanza, la Repubblica non si è mai meglio definita che in queste leggi della Morte. È Morte. Quasi sostanzialmente, se la parola sostanza è applicabile a un tale nulla dell'essere e della vita.
Ci sono monarchie, si dirà, che hanno la stessa legislazione – e anche prima. Certo, ma tutti capiscono che tali desideri di morte non sono nello spirito della monarchia, soprattutto nei paesi cristiani, e che queste leggi sono dovute alla stessa pressione politica che domina in quei paesi come qui, nella repubblica. La monarchia si è lasciata invadere e pervertire dallo spirito repubblicano e rivoluzionario. È stata una mossa sbagliata per loro.
Idolatria della morte
Nel nostro Paese, il presidente, capo dello Stato, sebbene minoritario e ancora oggi ultraminoranza, si è fatto promotore di questa sovversione. Se avesse un progetto referendario, sarebbe senza dubbio sul tema dell'acquiescenza popolare alla sua legge di morte. Fu su sua iniziativa che l'aborto fu costituzionalizzato. Il suo principale orgoglio è di averne fatto una legge suprema della Nazione.
Orgogliosi di cosa? Di bambini uccisi a centinaia di migliaia – da 200.000 a 300.000 all'anno – in condizioni atroci, spillati, trafitti, fatti a pezzi, squartati, aspirati. Questi innocenti hanno commesso solo il crimine di prepararsi alla vita, e il Presidente della Repubblica li ha condannati a morte, riuscendo a far credere, insieme a tutti i suoi pari nella stessa Repubblica della Morte, che le donne si stavano liberando diventando padrone del proprio corpo, quando tutto ciò che facevano era soddisfare l'egoismo congenito, in particolare degli uomini, cosa che le persone informate sanno perfettamente, e sacrificarsi all'istinto di morte che ora governa l'intera società. Nessuno può misurare l'enorme danno psicologico e sociale causato da tali falsità.
E mentre centinaia di migliaia di piccoli francesi vengono uccisi, mentre anziani e disabili vengono preparati per essere sterminati, la società francese sta crollando, invasa da ogni parte, anche lì a centinaia di migliaia, ora a milioni. È la Francia stessa che viene svenduta da leader che la disprezzano e la condannano alla scomparsa e alla morte. Il disordine è diffuso e la morte è onnipresente. I bambini si uccidono a vicenda!
Restaurare Notre-Dame de Paris non era, nella mente di Macron, altro che un espediente per mascherare i suoi pensieri, che sono altrove e che ha espresso perfettamente quando si è rivolto, come una sorta di profeta, ai massoni della Gran Loggia di Francia. Si è autoproclamato pontefice della Repubblica, tanto ridicolo quanto mostruoso. Ha rivelato i motivi del suo gesto, in sintonia con i suoi ascoltatori. Si immagina a fare il gradasso in una società che "sta andando a rotoli" ovunque e si crede qualcuno che svolge un ruolo decisivo nel mondo e in Europa!
Se una legge del genere venisse definitivamente adottata, ecco bambini, presto giovani uomini e donne, malati, anziani che saranno sacrificati alla divinità della Morte. Come in passato a Baal, Moloch, Tezcatlipoca, Viracocha o alle antiche divinità mesopotamiche, indiane, cinesi, giapponesi… Questa antichità mortale è ciò che Macron chiama “umanesimo moderno” di cui si nutre la Repubblica. Il futuro del mondo, a quanto pare! L'orizzonte invalicabile di Macron-Morte.
Fonte: https://politiquemagazine.fr/tribunes/macron-la-mort/
Articolo pubblicato il 6 giugno 2025
Titolo originale: “Macron-la-Morte”
Sito consultato in data : 13 giugno 2025
Traduzione: M. D’Amico