Festa di San Giovanni Bosco (1815-1888, canonizzato nel 1934)
Perché il grande santo piemontese è un grande modello per i nostri tempi
Questo grandissimo santo è come pochi altri attuale. In un’Italia travolta dalla rivoluzione massonica e anticlericale, volgarmente chiamata “Risorgimento”, fonda la sua opera a favore dei giovani proprio a Torino, aprendo l’oratorio di Valdocco.
Grande pedagogo (l’esperienza lo porta a dar vita al celeberrimo “metodo preventivo”), apre scuole, officine, istituti in cui formare i giovani, che spesso strappa dalla strada e dal vizio. Comprende l’importanza di insegnare loro un mestiere, di avviarli a un lavoro onesto, ma innanzitutto di farne dei buoni cristiani. E’ un santo apolitico, non antipolitico: pur vivendo nel centro del ciclone rivoluzionario, non si lascia scoraggiare, non è preso dal pessimismo, è benevolo con tutti, anche con i suoi avversari; la difficoltà dei tempi non lo frena: costruisce con uno zelo indefesso e con un’energia sovrannaturale le opere che la Provvidenza voleva suscitare in quel momento tramite la sua persona. Come tutti i santi non ha grandi progetti, ma si limita a fare con il massimo impegno ciò che concretamente gli appare necessario, momento per momento: non sogna, ma aderisce alla realtà più prossima, ai bisogni più urgenti con creatività, coraggio, ardente carità. Ciò che inizia gli cresce fra le mani con miracolosa velocità e assume spesso, suo malgrado, dimensioni colossali. Alla sua morte aveva già fondato un paio di centinaia di istituzioni e scuole professionali, l’Ordine che ha fondato si è fatto missionario e varca gli oceani; ancora pochi decenni e sarà uno degli ordini più numerosi della Chiesa Cattolica. Eppure tutto è partito da un oratorio malmesso e privo di mezzi alla periferia di Torino, che si avviava a diventare città industriale. Santifica la moderna stampa, fonda tipografie e una casa editrice, inventa giornali e riviste, collane per ragazzi, scrive innumerevoli testi. La sua è la “rivoluzione dell’allegria” e gli stessi governanti massoni, anche gli anticlericali più feroci, iniziano a rispettarlo e anche a temerlo: col tempo nessuno osa più ostacolarlo.
La sua fama si diffonde universalmente, al punto che durante un suo viaggio in Francia, a Parigi vuole avere un colloquio riservato con lui anche Victor Hugo. Mistico, veggente, devotissimo fin dalla prima infanzia a Maria Vergine (che sognava pressoché ogni notte), grandissimo sacerdote, confessore, direttore spirituale, riesce a unire i tratti del più perfetto uomo d’azione, con un continuo, miracoloso raccoglimento interiore, con una profonda vita di preghiera. Pio IX incontrandolo lo dispensa dall’obbligo del Breviario, vedendo l’immenso carico dei suoi impegni. La sua intera vita è praticamente un continuo miracolo.
Cogliamo la santità di don Bosco da innumerevoli elementi, ma un episodio la illumina di una luce particolare: già molto avanti con le sue opere riceve dai confratelli la notizia che una nobile francese vorrebbe donare ai Salesiani una grande proprietà (un prestigioso edificio immerso in un parco, ideale per aprire una scuola che lì occorreva). Don Bosco rifiuta, non vuole sentirne parlare. Solo dopo moltissime insistenze da parte dei confratelli, protrattesi a lungo, don Bosco cede e chiede che gli sia descritta la proprietà. Gli viene descritta la tenuta. Don Bosco a quel punto afferma perentorio che accetta la donazione, spiegando che la descrizione corrisponde a quanto gli era stato rivelato in una visione qualche anno prima. E’ il segno che attendeva dal cielo, non ha più dubbi. In questa prudenza soprannaturale, in questo distacco dai beni e dalle ricchezze che gli passano fra le mani sta il segreto della sua forza di costruttore: vuole solo fare la volontà di Dio, non la propria, come tutti i santi.
La lezione che ci dà, oggi che la Chiesa è travagliata dalla più grave crisi della sua storia, è che occorre una nuova rivoluzione dell’allegria, occorre cioè capire che, per quanto grave e abissale sia il male che sembra avvolgere il mondo è sempre possibile, con l’aiuto di Dio, santificarsi, semplicemente compiendo in modo perfetto e per amore di Cristo crocifisso, anche i nostri doveri più semplici. Più la crisi è grave, più dobbiamo implorare Dio che si compia in noi la sua volontà, per la salvezza delle anime e la sua maggior gloria.