Crollo dei matrimoni religiosi a Milano (e in Italia)
Alle radici della catastrofe demografica
Milano è la da molti anni la città all’avanguardia nel processo di secolarizzazione. Circa vent’anni fa era stata la prima città in cui i matrimoni solo civili (in comune) avevano superato i matrimoni religiosi, anche se di poco. Ma il processo si è aggravato ed è accelerato paurosamente negli ultimi anni. L’Anagrafe del Comune di Milano ha reso noti i dati relativi ai matrimoni nei mesi da gennaio a maggio 2025: ebbene in tale periodo ci sono stati 929 matrimoni civili a fronte di soli 63 matrimoni in chiesa; ciò equivale a dire che i matrimoni religiosi sono solo il 6,7 % dei matrimoni civili. E’ un crollo verticale. Ancora più inquietante è il fatto che, nello stesso periodo, le “unioni civili” fra persone dello stesso sesso a Milano sono state 59 (40 coppie di omosessuali uomini e 19 coppie di omosessuali donna) In pratica si sposa in chiesa un numero di coppie equivalente a quello delle coppie omosessuali che ricorrono alle unioni civili (fonte per i dati: Avvenire del 9 giugno 2025)
Va anche detto che su scala nazionale fra il 2023 e il 2024 i matrimoni religiosi sono calati del 9%, e il calo si aggrava di anno in anno, senza avere più, inoltre, la scusa dell’emergenza Covid (che aveva praticamente stroncato i matrimoni in generale, per più di un anno).
Il dato più grave è però un altro. Si stima che su 100 coppie che chiedono di sposarsi in chiesa ormai il 90% sta già convivendo; insomma il matrimonio arriva magari dopo anni di convivenza vissuta serenamente e, si presume, con il consenso e la piena comprensione di genitori e parenti. In passato ho conosciuto un parroco particolarmente devoto che si limitava a chiedere che la convivenza fosse interrotta da quando iniziava il corso pre-matrimoniale, al giorno del matrimonio. Ma è un’eccezione. Per i preti modernisti la convivenza non è più un problema, soprattutto dopo Amoris Laetitia, che ha in pratica aperto la porta al riconoscimento dei rapporti di fornicazione.
All’estero si è messi anche peggio: in Francia viene battezzato solo il 25 % dei bambini, il 60% dei figli nasce fuori dal matrimonio e i cattolici praticanti sono ormai una percentuale che si aggira intorno al 2% della popolazione.
Va anche notato, come ultimo aspetto per importanza, che la crisi del matrimonio religioso segna anche la crisi di un importante settore economico e produttivo italiano: si pensi al crollo delle aziende di sartoria legate agli abiti da sposa, dei pranzi di nozze, di tutta l’enorme macchina organizzativa che tradizionalmente era virtuosamente legata ai matrimoni.
Il crollo del matrimonio favorisce inoltre il crollo delle nascite e innesta un avvitamento negativo devastante per tutta la società.
Occorrerebbe che accadessero due svolte fra loro parallele: da un lato che finisse la crisi modernistica che ha ferito la Chiesa a partire dal Concilio Vaticano II, e i vescovi tornassero a proclamare la vera dottrina cattolica nella sua integralità, anche riscoprendo parole oggi completamente scomparse, come, ad esempio, “peccato”. I vescovi dovrebbero inoltre riformare alla radice i seminari e le facoltà di Teologia cacciando gli insegnanti modernisti e inserendo docenti degni di questo nome e di sicura e profonda fede. Solo formando in modo profondo e rigoroso i nuovi sacerdoti si può sperare di invertire il crollo in atto. In parallelo il Papa dovrebbe favorire il ritorno ovunque della Messa di sempre, con il suo rigore e la sua bellezza, capace di convertire .
Ma in parallelo all’azione riformatrice della Chiesa (che dovrebbe avere il coraggio di riconoscersi come “Chiesa di minoranza”), lo stato dovrebbe comprendere che vanno cancellate le leggi che hanno favorito la distruzione del matrimonio e della famiglia e accelerato un pauroso crollo demografico del nostro paese. Ciò implicherebbe:
vietare il divorzio, l’aborto, la contraccezione; abrogare le unioni civili; sanzionare penalmente la produzione, commercializzazione e diffusione di materiale pornografico; sanzionare la promozione dell’omosessualismo o l’esibizione pubblica di tale orientamento.
Non si tratta solo di questioni riguardanti la fede o la morale, ma della semplice sopravvivenza del popolo italiano il cui crollo demografico e invecchiamento è dei più preoccupanti. I lamenti sull’immigrazione perdono senso se non si ha il coraggio di affrontare i veri motivi della distruzione del nostro popolo.